martedì 27 aprile 2010

Federalismo alla Berlusconi, una leggenda metropolitana

Il rendiconto di gestione dell’esercizio finanziario 2009 del nostro Comune mette in luce come per l’attuale governo i sempre più consistenti tagli ai Comuni siano divenuti una vera a propria linea guida. Mentre taglio dell'Ici e patto di stabilità tolgono ossigeno alle casse comunali Un intervento di Marco Erba, capogruppo del Pd in Consiglio Comunale. Nonostante il federalismo fiscale sia da tempo esaltato da Berlusconi e dai suoi sempre più decisivi e pretenziosi alleati della Lega, sono ancora una volta gli enti locali a pagare il contributo della politica centralista e propagandistica del governo di centrodestra. Il rendiconto di gestione dell’esercizio finanziario 2009 del nostro Comune, vero e proprio bilancio consuntivo dell’ente, mette in luce come per l’attuale governo i sempre più consistenti tagli ai Comuni siano divenuti una vera a propria linea guida. Alla faccia del federalismo e di slogan utili in campagna elettorale ma smentiti dai fatti, quali “Padroni a casa nostra” e “Roma ladrona”. Da Roma, infatti, la Lega e il Pdl, ormai sua costola, hanno tagliato ai ricchi l’ICI, ovvero la tassa federalista per eccellenza, quella che restava davvero sul territorio e veniva gestita in prima persona dai sindaci per fornire servizi e infrastrutture ai propri cittadini. Risultato? I ricchi, titolari di ville e appartamenti di lusso, non pagano più un euro per la prima casa (ricordiamo che l’ICI per i redditi medio bassi era già stata abolita dal Governo Prodi), e i Comuni hanno sempre meno fondi. Il Governo aveva promesso un rimborso per le mancate entrate fiscali, ma ad anni di distanza tale restituzione al nostro Comune non è ancora avvenuta integralmente e c’è da temere che diverse centinaia di migliaia di euro non tornino più sul nostro territorio. Un vero e proprio “scippo di Roma ladrona al Nord che produce”, una “mano nelle tasche dei cittadini”, per dirla in termini leghisti e pidiellini.

Altro vincolo che condiziona pesantemente il bilancio del Comune di Cernusco è il patto di stabilità, che impedisce di spendere in investimenti sul territorio le risorse disponibili. Anche il sindaco Comincini ha partecipato alla manifestazione a Milano promossa da ANCI Lombardia per chiedere di modificare i vincoli del patto. Ma, nonostante il presidente regionale di ANCI sia il leghista Attilio Fontana, sindaco di Varese, anche questa volta Tremonti, da Roma, non ha dato risposte e tempistiche chiare, limitandosi ad accusare Romano Prodi di tali vincoli, forse dimenticando che il governo è cambiato da due anni.

In questo contesto davvero complicato l’amministrazione comunale di Cernusco, ottimamente coadiuvata dagli uffici, ha dato prova di grande capacità.

In primo luogo, si è deciso di non finanziare le spese del Comune attingendo ad oneri di urbanizzazione, frutto di colate di cemento e di consumo del territorio. Si tratta di una linea purtroppo ben nota a Cernusco e in molti altri Comuni, ma rispetto alla quale si è verificata una decisa inversione di tendenza. La maggioranza, in questi anni, ha infatti cancellato due piani di intervento ed è intervenuta anche a Ronco per limitare il consumo di territorio, contenendo un piano di lottizzazione enorme, eredità del vecchio piano regolatore.

Le priorità, nonostante i tagli governativi, restano i servizi alla persona e l’istruzione, che non hanno subito significative decurtazioni percentuali.

Anche quest’anno è stato decisamente contenuto l’avanzo di bilancio: ciò significa che l’amministrazione ha ben gestito il denaro dei cittadini restituendolo al territorio e non lasciandolo inutilizzato nelle casse.

Se tuttavia non si verificheranno svolte significative nel finanziamento degli enti locali le prospettive future restano molto, molto preoccupanti. Il governo deve prendere seri provvedimenti: invece di lamentarsi pretestuosamente dei pochi poteri del premier e di attaccare la costituzione repubblicana, Berlusconi dovrebbe prendere il toro per le corna. Nel frattempo, i sindaci devono continuare a far sentire unitariamente la loro voce, per difendere gli interessi dei cittadini al di là di ogni colore politico.

Marco Erba
Capogruppo consiliare Partito Democratico

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