mercoledì 21 novembre 2012

Il megafono/ verso le primarie - Le domande che non ho fatto

di Bruno Apolloni
 
Ieri sera a Cernusco si è tenuto il confronto tra i rappresentanti dei 5 candidati alle primarie del Centrosinistra – 4 per la verità perché mancava quello di Tabacci Il formato è stato mutuato da quello dell’analogo confronto televisivo della settimana scorsa, con l’analogo risultato: nessuna informazione nelle risposte twittate, più un’ovattata atmosfera di unanimismo a meno di qualche sfumatura lessicale e qualche punteggiatura qua e la. Insomma un leeggiadro minuetto che ha lasciato perplesso qualche spettatore. Tra questi io, che ho provato a manifestare il senso del surreale che percepivo, ma mi è stato detto che dovevo fare domande, questo era il format, e allora mi sono impappinato come un ragazzino di 13 anni (magari!). E allora provo a farle adesso le domande.


1. Sui media i candidati si tirano bordate ai limiti della tossicità, scoperchiando scandali veri i presunti, ma nei confronti ufficiali mostrano un sorridente cameratismo. Mentono sui media o mentono in queste occasioni? Oppure sono animati da una devastante schizofrenia?
2. Tutti i relatori del confronto esaltano le virtù delle primarie come motore di partecipazione. Ma c’era bisogno di mettere in piedi questo ambaradan, mobilitando persone e cose e spendendo qualcosa come un milione di Euro, per non dire nulla se non gli ovvi cardini della sinistra ma ognuno in maniera più bella e raffinata?
3. Ma se tutti i candidati e loro rappresentanti dicono le stesse cose, allora come togliere dalla testa degli elettori l’idea che si tratti di una congiura di palazzo, una delle tante che si verificano nella storia, ma non per questo meno dannosa?
 4. Il rappresentante di Renzi si è accalorato nello spiegare che le primarie sono una risorsa che ha fatto crescere il partito negli ultimi mesi come non mai. OK ammettiamo che i veleni scambiati a unico supporto reale delle candidature piacciano al vasto pubblico ancor più dei reality e quindi facciano crescere il PD. Ma domani che Renzi perde cosa succede? Correrà subito in generoso sostegno di Bersani finalmente contro l’avversario politico vero appresentato dalla destra? Me lo auguro, ma il timore della spaccatura purtroppo non è solo mio.
 5. E quale è la strategia della Puppato, che sa benissimo di non poter competere realmente per la vittoria? Portare avanti le sue idee ecologiste e femministe? Intento lodevolissimo e condivisibilissimo. Ma per ottenere questa ribalta occorreva proprio disconoscere il ruolo del Segretario del partito, scelto appunto con le primarie in tempi non sospetti, quando la posta in gioco non era la stanza dei bottoni ma la linea politica e le buone pratiche da mettere in campo?
6. Anche il rappresentante di Bersani ha declamato le virtù delle primarie, autentica espressione del DNA del PD e la sagacia del Segretario nel derogare alla regola che il Segretario sia il candidato naturale (direi l’ovvio candidato) del PD al premierato - oppure alle primarie ma rispetto a candidati di altri partiti di coalizione.
Anche io riconosco la sagacia politica di Bersani (per il quale voterò Domenica, lo dico chiaramente), ma non per una originale liberalità nell’apertura delle candidature. Piuttosto, ne riconosco la sagacia per il taglio pragmatico e accorto con il quale ha realizzato che l’unico modo per smontare la congiura di palazzo di qualche nuovo arrivista (ma dotato di vecchio populismo) era quello di farlo uscire allo scoperto in tutto il suo splendore giovanile di ovvietà, e mostrare così agli elettori cosa sia la politica meditata e raffinata giorno per giorno e cosa altresì l’improvvisazione dei dilettanti allo sbaraglio.

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