martedì 14 settembre 2010

Bersani: rimbocchiamoci le maniche


"C’è un solo modo per sentirci una grande squadra: muoversi e combattere assieme. Voglio per l’autunno una grande mobilitazione che coinvolga oltre ai nostri militanti e ai nostri circoli tanti e tanti dei tre milioni di cittadini che hanno partecipato un anno fa alle primarie. Chiedo a tutti un aiuto per trasformare la rabbia, l’insofferenza e l’impazienza che sentiamo intorno a noi in energia positiva. Dobbiamo suonare le nostre campane, tenere il passo di un lavoro non semplice, forse non breve ma appassionante e decisivo. Tutti assieme, compagni e amici, con intelligenza, con convinzione, con entusiasmo, con passione, rimbocchiamoci le maniche e prepariamo giorni migliori per l’Italia".

Il discorso di Pierluigi Bersani a chiusura della Festa Democratica di Torino. Clicca qui per leggerlo. Voi che ne pensate? Quella delineata da Bersani è la strategia giusta per il Partito, per l'opposizione, per il Paese?

11 commenti:

Fabio ha detto...

Onestamente, il "rimbocchiamoci le maniche" mi sembra un po' pochino: per fare che cosa? quali sono le idee, le proposte, i progetti da spingere, da portare avanti? non basta combattere insieme per sentirsi realizzati, bisogna anche sapere per cosa si combatte. Ultimamente mi pare che il PD stia dando piu' importanza al contenitore che al contenuto, alle alleanze piuttosto che al progetto. E' tempo di cominciare a pensare a cosa si vuol fare, poi si vedrà chi ci sta.

Tito ha detto...

Penso anche io che sia "tempo di cominciare a pensare a cosa si vuol fare, poi si vedrà chi ci sta".
Mi chiedo però perché muovere questa obiezione commentando un discorso che finisce proprio enunciando o confermando questo principio!

Sono d'accordo che l'essenziale, la parte più preziosa dei discorsi che vogliamo sentire sia il suo contenuto propositivo.
Io di proposte anche concrete nel discorso di Bersani ne ho sentite diverse (volevo provare a riassumerle ed elencarle qui, e mi accorgo che sono tante rispetto alle dimensioni ragionevoli di questo commento). Mi colpisce d'altronde (positivamente) il fatto che non ci sia bisogno d'inventare nulla di sorprendente, perché i temi fondamentali corrispondano in sostanza a quelli che ascolto un po' da tutti i nostri leader, e che sono quelli cui mi sembra siamo sensibili tutti (centralità del lavoro, riequilibrio fiscale, investimento nell'educazione e nella ricerca, correzione del patto di stabilità, nuovo patto sociale, lotta alla corruzione, etc.).

Sono solo parole (è un comizio, di questo parliamo), ma se c'è una persona che mi sembra aver dato prova di grande concretezza e buon senso, nel concreto del suo lavoro da amministratore e da ministro, è proprio il nostro segretario.

Mi chiedo d'altronde perché aspettiamo dai leader che ci diano contenuti da sostenere, anziché essere noi a proporre idee, contenuti, e sensibilità e chiedere ai nostri leader di dar loro voce.

Rimbocchiamoci le maniche.

Fabio ha detto...

Tito, solo qualche arido numero: come dice, sbagliando forse modi e tempi, ma non sostanza, due anni fa il PD aveva il 34%, ora ha il 25% (almeno nei sondaggi). Non è che è stato sbagliato qualcosa? non è che gli elettori si aspettavano qualcos'altro? alcuni forse non votano piu', ma molti altri hanno scelto di votare "altro". E poi non si dica che si sono perse le elezioni per colpa di questo "altro" (vedi Piemonte). Forse un problema c'è, se non altro nella comunicazione.

Fabio ha detto...

Dopo il "come dice" manca un "Veltroni" - mi è rimasto sulla tastiera - se riuscite ad inserirlo vi ringrazio.

paolo ha detto...

NOn capisco il senso di una discussione che comincia con "non dice quel che vuole fare" a commento di un intervento pieno di proposte concrete (ci sono almeno 10 riferimenti a temi specifici e relative proposte)e finisce con "vabbè però non sa comunicare". Non vorrei che i comunicatori esperti fossero gli stessi che dimenticano di dire che nel 33 del Pd c'erano anche i voti dei radicali (allora accreditabili tra il 2 e il 3, e su questa base remunerati con posti sicuri in lista in deroga all'"andiamo da soli") oppure che dopo le regionali in Sardegna le urne e la prospettiva per il Pd non erano poi così sfavillanti...Credo diventerebbe una discussione un po' "ombelicale". Insomma Fabio sei d'accordo o no con le proposte concrete di Bersani o sei per un grillesco "sono tutti delinquenti, vaff...."? Partiamo da un qualche tema concreto toccato a Torino e capiamo quanto resta da proporre ancora. Per tutto il resto mi è tornato in mente il portiere di uno stabile che a MIlano ha scritto un bel cartello in ingresso: VIETATO ABUSARE DEI LUOGHI COMUNI.

Fabio ha detto...

OK Paolo, parliamo di cose concrete.
Un punto a caso: la legge elettorale. Condivido in pieno il punto, ma ... posso sapere quale legge elettorale vorrebbe il PD per il nostro Paese, quella da far approvare ad un eventuale governo istituzionale prima di indire elezioni anticipate? forse mi è sfuggito il dettaglio ... sai, stavo facendo la pulizia scale.

paolo ha detto...

Fabio, forse ti è sfuggito che Bersani ha detto in tutte le salse che il PD vuole preferenze e coalizioni pre elezioni. Poi ci sono le discussioni sulle formule. Posso proporti un uninominale a doppio turno maggioritario, o un proporzionale a collegio uninominale come per le provinciali, o un proporzionale a collego uninominale alla tedesca. MA TI SEMBRA UNA DISCUSSIONE CONCRETA ? SAREBBE QUESTA FORMULA A SCALDARTI IL CUORE? il PD lo ha detto in tutte le salse : non impicchiamoci alle formule, basta poter eleggere qualcuno e non ratificare delle nomine, senza tornare agli equlibrismi parlamentari post elezioni. Vado a pulire anche io. ciao

Tito ha detto...

cerco di rispondere a Fabio, aggiungendo qualche riflessione a quanto scritto da Paolo.
le percentuali dell'ipotetico valore elettorale del PD citate da Veltroni e da Fabio segnalano l'attualità di qualche problema, se non altro di comunicazione. in termini di comunicazione, tuttavia, credo che il problema sia precisamente questa ricorrente tendenza a sottolineare le debolezze ed i motivi d'insoddisfazione: all'esterno (e purtroppo anche all'interno) trasmettiamo una mancanza di convinzione proprio perché ci mostriamo preoccupati da una perdita di consenso, disamorati dal nostro leader, scarsamente convinti della sostanza della nostra proposta.
mi pare invece che sia possibile elencare diversi punti sui quali la nostra sensibilità è saldamente comune, e sui quali in sostanza la proposta del PD è chiara (i contributi di ulteriore approfondimento sono certamente graditi) e che anche per la loro urgenza possono qualificare esattamente un programma di governo in cui, credo, tutti ci riconosceremmo:
- una riflessione sul lavoro, sul suo valore e sulle sue difficoltà, sugli ammortizzatori sociali nel contesto della situazione che esce dalla crisi globale, e sull'equilibrio nei rapporti di forza fra parti in causa
- una riforma fiscale che preveda, fra le altre cose, il quoziente familiare, la correzione del clamoroso squilibrio a vantaggio delle rendite da patrimonio, una diversa equità sociale nella ripartizione dei sacrifici, una lotta senza quartiere all'evasione fiscale
- l'investimento nella scuola, nella ricerca e nella cultura
- la salvaguardia dell'ambiente, con la ricerca e la valorizzazione di modelli di crescita ecosostenibili
- un intervento sulla sanità pubblica, campo nel quale abbiamo notoriamente personalità eccellenti per competenza e capacità propositiva
- lotta alla corruzione, e riaffermazione, come valore condiviso, del valore delle istituzioni e del bene comune. senza lasciar che sia Fini a farsi una bandiera di questo tema , saremo poi lieti se poi su questi argomenti c'è sintonia fra parti contrapposte
- l'avvio di riforme largamente condivise che altri non sono però stati in grado di varare: abolizione delle provincie, riduzione del numero dei parlamentari, definizione di un federalismo sostenibile e positivo

- prima di tutto questo, perché possibilmente da realizzare prima di eventuali elezioni, c'è naturalmente la questione della legge elettorale.
urgente è rimediare ai due aspetti scandalosi della legge vigente: la nomina dei parlamentari da parte dei partiti, ed il premio di maggioranza. la questione è talmente urgente da far passare in secondo piano qualunque altro aspetto tecnico.
per questo motivo mi sembra, in linea con il sentire di molti, e con l'espressione un po' di tutti i dirigenti del nostro partito, del tutto inutile formulare a priori una proposta più specifica, mentre può essere utile discutere con le altre forze tenendo presenti le priorità indiscutibili: oltre quei due punti indicati, sosterremo un modello che favorisca la chiarezza nelle coalizioni, ed eviti la frammentazione dei partiti. senza altri pregiudizi si può forse trovare un compromesso: se soddisfa questi requisiti fondamentali qualunque modello elettorale è urgentemente benvenuto.
(continua...)

Fabio ha detto...

(prima parte)
Tito, ti ringrazio della risposta, che, devo dire, condivido in pieno.
Mi scuso se nei miei interventi precedenti non sono riuscito ad esprimermi ed a farmi capire pienamente, ma credo che il problema sia proprio questo:
uno scollamento tra il partito ed i suoi (potenziali) elettori. Di chi è la colpa? non lo so, anche se ho delle ipotesi.
Forse delle proposte un po' generiche almeno su alcuni punti, forse dell'incapacità di comunicarle all'esterno, molto del sistema
mediatico che regna in Italia e che non favorisce la libera circolazione delle idee, soprattutto quando provengono dall'opposizione.
Ma, per un motivo o per l'altro, come dici, il risultato è "questa ricorrente tendenza a sottolineare le debolezze ed i motivi
d'insoddisfazione: all'esterno (e purtroppo anche all'interno) trasmettiamo una mancanza di convinzione proprio perché ci
mostriamo preoccupati da una perdita di consenso, disamorati dal nostro leader, scarsamente convinti della sostanza della
nostra proposta".
Ma quali sono gli episodi, gli eventi che hanno determinato e determinano questa situazione e sui quali percio' io riterrei
indispensabile intervenire? la lista è lunga e ogni citazione è senz'altro parziale e riduttiva, ma provo a dare qualche esempio dal mio punto di vista.
Il PD paga errori commessi dai suoi attuali leaders quando erano i responsabili dei partiti fondatori: D'Alema innanzitutto, per non aver
voluto una legge sul conflitto di interessi o sulle telecomunicazioni, quando avrebbe potuto farle, l'indulto, votato da DS e
Margherita come primo atto importante dell'ultimo governo Prodi, le posizioni di Violante in tema di riforme dello stato e della
giustizia, spenso confondibili con quelle della destra. Molti di questi leaders, che hanno messo nei guai l'intero
centro sinistra, sono ancora tra i maggiorenti del partito e questo non fa bene (fortunatamente molti se ne sono andati e questo ha aiutato ad arrestare la caduta, secondo me).
--- continua ---

Fabio ha detto...

(seconda parte)
Aggiungerei poi dei fatti che hanno messo in dubbio la reale volontà del PD di fare opposizione. Cito tra tutti le assenze,
numerose al punto da diventare determinanti, nelle fila del PD (e non solo, purtroppo) il giorno in cui il parlamento votava la
costituzionalità dello scudo fiscale, oppure il voto sul DDL 1990 in tema di "abolizione delle provincie" di un anno fa, dove il PD
ha votato in maniera contraria a quello che era stato uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale, l'abolizione
delle provincie, appunto. Potrei poi aggiungere un generale atteggiamento di "equilibrismo" tra le posizioni degli altri partiti di opposizione:
smarcarsi da IDV, non scontentare l'UDC, fare un'alleanza di un certo tipo in una regione (ad esempio Lazio o Piemonte) e una
diversa in altra (ad esempio Calabria). Per non parlare delle posizioni traballanti, prese e poi smentite, su temi copme il referendum
elettorale dell'anno scorso, o sulla proposta di referendum sull'acqua di quest'anno (perchè Bersani non ha firmato?). E sul nucleare, il PD ha una posizione univoca?
Questo "pendolarismo" viene scambiato, dal popolo forse poco informato, come incapacità di scegliere, o meglio come intenzione di tenere il piede in due scarpe, stare con tutti e con nessuno. E anche questo, a mio modesto avviso, non fa bene.
Aggiungo un suggerimento che è solo mio, è quello che mi aspetterei da un partito di centro-sinistra a cui darei incondizionatamente il mio voto: basta inquisiti e condannati (anche solo in primo grado) nelle liste del partito, basta politici di professione (due o tre mandati, poi basta, senza eccezioni), basta finanziamenti pubblici ai partiti (i soldi dei cittadini sono pochi, meglio spenderli per scopi piu' utili, come la scuola), primarie sempre e comunque (e poi una legge elettorale maggioritaria a doppio turno), democrazia interna al partito per cui tutti votano nomine e questioni importanti (senza "liste bloccate" di veltroniana memoria).
Non credo nel "grillesco "sono tutti delinquenti, vaff....", citato da Paolo, pero' sono abituato a scegliere guardando "il razzolamento", non solo "la predica".
Vi ringrazio comunque per lo spazio di discussione che mettete a disposizione (e complimenti per il premio al vostro sito).
Ciao
Fabio

Fabio ha detto...
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