di Andrea Gadda
Mi capita di leggere articoli riguardanti la Chiesa e in particolare la nostra di Milano e ritengo che per informarsi meglio sia meglio informarsi da più fonti, pertanto leggo diverse testate giornalistiche.
Mi stupisco sempre quando lo faccio da La Padania, un giornale che sulla Chiesa e sul Papa in 15 anni ha detto tutto e il contrario di tutto, proprio come alcuni slogan tipici di stampo Padano che rasentano l’ossimoro.
Prendete il “Padania Cristiana”.
Che il nord Italia sia culturalmente impregnato di cristianesimo è un fatto storico e ricordarlo sui muri delle nostre città non serve a risvegliare le coscienze, ma bensì a farle assopire, confinando l’essenza del credo più liberante del mondo dentro le catene della civiltà occidentale.
Se poi lo slogan viene ripetuto alla noia perfino dal Parlamentare europeo, Borghezio, come un auspicio di liberazione dagli esseri umani non battezzati, si rasenta oltre che l’ossimoro, la bestemmia contro quel Dio che da duemila anni non fa più distinzioni tra Giudei e Samaritani.
Che Borghezio, in nome del suo credo, che non può essere considerato cristiano, poi dica di condividere le idee del malato mentale che a Oslo fece 90 vittime civili per denunciare il pericolo islamico in Europa ne è la conferma.
Mi domando perplesso che prototipo di cristiano abbia in mente però chi simpatizza per la Lega?
Borghezio o Cristo?
Ma ora veniamo a noi e al territorio.
Su la Padania del 9 settembre scopro con grande stupore che l’uscente cardinal Tettamanzi, da sempre osteggiato dal carroccio, viene ribattezzato cardinale del “dialogo con i lontani”, termine usato con accezione negativa anziché positiva.
Poi si augura all’entrante Scola di essere il cardinale del “dialogo coi vicini” ovvero coi milanesi, aggiungo io magari già battezzati.
Così capisco che si sta accusando Tettamanzi, cito testualmente “ che per il suo impegno a favore dei diritti dei deboli, a furia di occuparsi degli stranieri ha purtroppo perso il contatto con i vicini”
Ridicolo! come se un Pastore potesse fare distinzione tra le sue pecore badando solo alle nate il loco, disinteressandosi delle altre smarrite…
Mi domando se il giornalista che scrisse quell’articolo avesse mai letto il Vangelo in vita sua
e se sapesse che tante famiglie residenti a Milano, che a causa dei licenziamenti post-crisi si sono trovate in difficoltà, sono restate a galla e non sono sprofondate del tutto grazie al “Fondo Famiglia Lavoro” fondo anticrisi della diocesi di Milano voluto guarda un po’ da Tettamanzi.
Non contento l’autore del pezzo chiude augurandosi “…che la Chiesa ritorni tra la gente portando speranza e certezza per il futuro”. Passi la speranza, ma la certezza per il futuro compete alla politica e a chi governa, ma forse ultimamente questo sfugge alla Lega.
Ricordo comunque che questa iniziativa del Fondo ha messo a disposizione finora euro 13.000.000 per aiutare più di 6.000 famiglie della nostra diocesi.
Non mi stupirei se un giornalista così poco attento tra poco perdesse il lavoro; non glielo auguro, si intenda, ma se succedesse forse potrà beneficiare anche lui di quella grande umanità dei milanesi e dei loro cardinali che hanno sempre saputo condurre le loro greggi tra le difficoltà verso orizzonti di fraternità e accoglienza, nonostante certe bestemmie.
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