di Daniele Pozzi
Leggo sulla “Gazzetta della Martesana” un attacco di Giorgio Monti, capogruppo del PDL in consiglio comunale, agli extracomunitari che affollano i parcheggi cernuschesi.
Ho avuto la tentazione di non pensarci neanche, considerando l’assoluta marginalità del tema: l’Italia affonda e noi ce la prendiamo con chi cerca di venderci accendini e braccialetti? Meglio non dire niente…
Purtroppo o per fortuna conosco alcuni di quei ragazzi. Quindi, vederli additati come accattoni, che ora cercano pure di raggirare le vecchiette nelle loro abitazioni, mi provoca un urto di sdegno che mi impedisce di lasciar perdere.
Non so se quei ragazzi, in gran parte senegalesi, citofonino alle vecchiette. Non so quanti di loro abbiano il permesso di soggiorno. Non so perché lavorino a Cernusco, abitando altrove.
So che riciclano i biglietti dei parcheggi (ma qualcuno glieli darà questi biglietti, no?). So che c’erano un paio di elementi che non vendevano solo paccottiglia e sono stati prontamente allontanati dalle forze dell’ordine. So che le stesse forze dell’ordine impiegano meglio il loro tempo pattugliando il territorio e sventando le vere truffe a domicilio perpetrate da giovani italiani ben vestiti, piuttosto che proteggendo i passanti dalla “loro petulanza e talvolta insistenza prepotente”.
So, soprattutto, che si può dire “no, grazie” senza essere accoltellati. So che sono UOMINI, esseri umani.
Come lo so? Tra un accendino e un braccialetto, se si ha voglia trovare il tempo e un sorriso, si scopre che Laye e Ibou cercano un contatto umano che non si quantifica con “l’obolo di un euro”. Si scopre che tifano Milan e Inter, e ci si può prendere in giro. Si scopre che alcuni parlano italiano meglio di certi parlamentari, che cercano un lavoro vero, un posto in cui divertirsi la sera a poco prezzo, una ragazza, un futuro. Guarda un po’, hanno gli stessi bisogni, gli stessi sogni, di ogni ragazzo della loro età.
Non so quanti “oboli” da un euro o più ho lasciato a Laye, Ibou e gli altri. Non so quanti accendini e braccialetti mi sono portato a casa. So che nessuno di loro mi chiede più nulla, se non un saluto e un sorriso; se ho voglia e moneta cerco di dargli un boccone di pesce, sperando che qualcuno un giorno li faccia pescare, altrimenti meglio una bella chiacchierata di 5 minuti e un consiglio su dove trovare un lavoro o una birra. Ne usciamo tutti più ricchi.
P.S: Un paio d’anni fa, passando vicino a uno dei parcheggi incriminati, mi è capitato di ascoltare 2 ragazzi (militanti in un partito) che parlavano proprio dei nostri vu' cumprà: “Guardali là, ‘sti negri di merda, andassero a lavorare”. Ok, lasciamo perdere, che è meglio.
1 commento:
Condivido e segnalo che l'intolleranza dei supercattolici leghisti è quella che più si fa notare rispetto ad altre regioni che io frequento spesso come l'Emilia-Romagna,guarda caso la più invasa dagli extra e la "più senza dio" come diceva la mia nonna!
Ciao,antoniofrancescosarmi
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