lunedì 30 maggio 2011

Il megafono/9 Campagna elettorale a spese nostre

Ecco perché il premier fa propaganda elettorale coi soldi dei cittadini
di Ugo Sottotetti

Molti giornalisti si chiedevano perchè, dopo essersi speso di persona nella campagna a sostegno del sindaco Moratti ed aver trasforamto le elezioni amministrative di Milano in una sorta di referendum governativo e nei confronti della propria persona, il presidente, all'indomani della cocente sconfitta elettorale, non abbia rilasciato alcuna intervista.
Sappiamo bene che la strategia di comunicazione di questa "maggioranza" non lascia nulla al caso; da una parte ha immolato come carne da cannone alcuni onnipresenzialisti disposti ad occupare i "salotti televisivi di sinistra" con la strategia della provocazione continua, annullando di fatto la possibilità degli avversari politici di esprimere idee diverse e contrarie, e dall'altra centellina sapientemente gli interventi del presidente miracolista con una comunicazione che non lascia nulla al caso.
Ed ecco arrivare la tanto agognata intervsta bluff: domande e risposte preparate a tavolino dall'ufficio stampa del presidente e trasmesse a "reti quasi unificate" quattro giorni dopo lo spoglio delle schede.
In palese violazione di tutte le regole di par condicio, il presdente registra e fa mandare in onda in prime-time, nel corso dei telegiornali delle due principali reti pubbliche e delle tre reti di sua proprietà, uno "spottone elettorale" di quasi 4 minuti.
Nonostante le piccate proteste dell'opposizione, che ha richiesto a gran voce un rapido riequilibrio di questo spazio comunicativo rubato, ieri l'Agicom non ha potuto far altro che comminare ai Tg rei del mancato rispetto delle regole, multe da 100 mila euro (Tg2, Tg5, Studio Aperto) a 258 mila euro (Tg1 e Tg4, per recidiva).
Inutile sottolineare quanto un investimento di 800 mila euro per raggiungere un audience di oltre 15 milioni di persone sia decisamente "conveniente" dal punto di vista economico (la Moratti dice di avere speso 6 miloni, ma c'è chi parla di 12, per raggiungere un elettorato di meno di 1 milione di milanesi): in pratica 5 cent a contatto contro i 6 euro della Moratti.
Ancora più scandaloso è pensare che, di quegli 800 mila euro, 358 sono a carico della RAI cioè, in ultima analisi, dei cittadini italiani. E' davvero vergognoso che un presidente del consiglio si faccia campagna elettorale, in violazione delle leggi sulla par condicio, e ne faccia pagare le spese ai cittadini: un comportamento sintomatico dell'uso spudorato della cosa pubblica per fini privati che questa maggioranza continua a mettere in atto in modo arrogante, dispotico e sprezzante di qualunque regola.
Non c'è più tempo da perdere, dopo i ballottaggi tocca ai referenda dell'11 e 12 giugno, per tornare ad affermare che lo Stato appartiene solo ai cittadini e non a chi dai cittadini è stato eletto (temporaneamente) per rappresentare i comuni interessi.

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