Come sostenerla davvero? Come realizzare politiche family friendly a livello locale? Cronaca del confronto promosso dal Partito Democratico di Cernusco sul Naviglio. L’impegno del sindaco Eugenio Comincini: pronti a studiare interventi e misure a favore dei nuclei familiari.
Lo dicono i dati Ocse appena usciti: l’Italia è uno dei Paesi che spende meno per le sue politiche famigliari: l'1,4% del Prodotto interno lordo, mentre la media dell'organizzazione è del 2,2% e la Francia è al 3,8 per cento. Risultato: bassissima occupazione femminile (rispetto a una media Ocse del 70,9%, la quota di donne al lavoro nella fascia 25-54 anni è infatti del 59,1%, la più bassa dopo Turchia, Messico e Cile), basso tasso di fertilità (l'Italia è a 1,4 figli per donna, rispetto a una media Ocse di 1,74 e con la Francia a 1,99), scarso accesso agli asili nido, “scarico” del peso del lavoro di cura sul nucleo famigliare.
Come sostenere, dunque, davvero la famiglia, pur nella consapevolezza dei sempre maggiori tagli che colpiscono il welfare? Soprattutto, ci sono misure che possono essere prese a livello locale per sostenerla davvero? E come attivare una reale sussidiarietà?
Se ne è parlato, giovedì 28 aprile, al Centro Cardinal Colombo di Piazza Matteotti, in una serata di confronto promossa dal Partito Democratico di Cernusco sul Naviglio. Introdotta da Adriana Guzzi, consigliere comunale Pd, ha visto la partecipazione di Carlo Borghetti, consigliere regionale del Pd e Cesare Palombi, responsabile Carovana per la Famiglia per la Regione Lombardia.
Borghetti ha illustrato le ultime novità in ambito regionale, soprattutto con riferimento al “fattore famiglia”, un progetto di legge che si spera di approvare in maniera bipartisan. Il fattore famiglia è un sistema di calcolo reddituale che vada oltre l’Isee, basato sulla composizione del nucleo familiare, in modo da correlare correlare la spesa sostenuta per i servizi sociali all'effettivo carico famigliare dei cittadini.
Cesare Palombi ha raccontato l’idea che sta alla base della Carovana delle Famiglie (promossa da Acli, Associazione famiglie numerose, Spazio Famiglia, in collaborazione con il Forum delle associazioni familiari), basata «sull’attivazione di reti famigliari capaci di animare nell’ambito Sociale una rete amica della famiglia che trovi nell’Istituzione del Tavolo per la Famiglia lo spazio per una progettazione e realizzazione di buone prassi che diano risposta ai sogni, bisogni e diritti di ciascuna famiglia».Per Palombi non si tratta solo di aumentare i fondi pubblici destinati al sostengo famigliare, ma soprattutto attuare politiche familiari a livello locale, sfruttando le potenzialità e utilizzando gli Ambiti Sociali di Zona, riportando la famiglia ad assumere la posizione centrale che le spetta di diritto. Non solo come “soggetto portatore di disagio sociale”, “oggetto di assistenzialismo”». L’idea di Palombi è quella di istituire un Tavolo famiglia in ogni piano di zona, con la partecipazione dell’associazionismo famigliare. Per promuovere buone pratiche con una ricaduta positiva sul tessuto sociale del territorio. Qualche esempio? Palombi ne ha citati tre: family card destinate ai nuclei famigliari, gruppi di acquisto famigliari (con accordi con la grande distribuzione), microcredito per i figli, finalizzato a sostenere le spese per completamento studi universitari.
Idee e buone pratiche ascoltate con interesse dal sindaco Eugenio Comincini, che si è impegnato a farne tesoro per aprire una riflessione all’interno della Giunta e per provare a mettere in pratica politiche “family friendly” già in questo mandato, pur consapevoli dei vincoli di bilancio sempre più stretti con cui si deve fare i conti.
Adriana Guzzi ha sottolineato l'opportunità di sperimentare anche a Cernusco la "valutazione di impatto famigliare" degli atti amministrativi, come fatto in altre realtaà, per prendere concretamente coscienza anche a livello politico della conseguenze delle decisioni assunte sulla quotidiana vita delle famiglie.
«Un confronto utile e molto interessante», ha concluso Paolo Della Cagnoletta, segretario del Partito Democratico cernuschese. Che però ha ricordato che per mettere in campo politiche famigliari efficaci e davvero incisive (come dimostrano i dati Ocse recentemente diffusi) non basta l’attivismo delle famiglie e dell’associazionismo (che va comunque nella giusta direzione), occorre un impegno concreto della politica a livello nazionale. Occorrono, in altre parole, risorse: «Il Partito Democratico si fa carico anche di dire dove si potrebbero trovare queste risorse aggiuntive per andare incontro alle esigenze delle famiglie. Un esempio?Portando finalmente la tassazione delle rendite finanziarie ai livelli degli altri paesi europei (20%) si libererebbe una grande quantità di risorse che potrebbero portarci a mettere in campo politiche famigliari di grande portata. Non in un’ottica assistenzialistica, che abbiamo già sperimentato come inefficace, ma in una sussidiarietà reale, con il coinvolgimento attivo della rete dell’associazionismo».
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