mercoledì 3 marzo 2010

1° marzo a Cernusco, riflessioni a margine


Il primo marzo 2005 in Francia entrava in vigore il "codice degli stranieri", una legge per regolare l'ingresso ed il soggiorno degli stranieri ed il diritto di asilo basata su una concezione utilitaristica dell'immigrazione. Questa data è diventata il simbolo delle manifestazioni che si sono svolte il primo marzo in tutta Italia, Francia, Spagna e Grecia che hanno visto protagonisti almeno per un giorno gli stranieri. La giornata di protesta "24 ore senza di noi" ha riportato i temi dell'immigrazione nel corretto alveo dei diritti della persona e della cittadinanza ed ha denunciato finalmente che il collegamento forzato fra la questione della sicurezza e gli stranieri nasconde la volontà di ridurre gli spazi della democrazia di tutti noi.
Gli slogan dei manifestanti riguardavano infatti la richiesta di diventare un giorno cittadini italiani, anche e soprattutto per i bambini nati in Italia, il rispetto dei tempi per ottenere il permesso di soggiorno (stabiliti in venti giorni, spesso occorrono due anni e quindi quando arriva è quasi scaduto), la richiesta di controlli sulla sicurezza dei posti di lavoro e sulla regolarità degli affitti delle case. Insomma sono gli stranieri a chiedere alle nostre istituzione maggiori controlli e attenzione per le procedure, a farci capire che una società più attenta alle esigenze di cittadinanza ed al rispetto delle regole è una società che funziona meglio e ci fa vivere meglio.
Anche nelle manifestazioni gemelle svoltesi a Cernusco e Pioltello lunedì è emersa tale valenza politica, sottolineata in particolare dalla partecipazione al presidio di viale Assunta del sindaco di Cernusco Eugenio Comincini, che si è a lungo intrattenuto con i manifestanti ascoltando le loro richieste. L'importanza di far sentire che le istituzioni sono vicine ai cittadini -anche a quelli che non lo sono perché privi del permesso di soggiorno o perché nati in un altro paese, ma vivono nella nostra città- sta alla base del legame fiduciario fra la sfera istituzionale e quella civile. Ed è ciò che la presenza del sindaco dimostrava.
Simbolico anche il superamento dei confini fra i due comuni: il corteo ha collegato i due presidi di Cernusco e Pioltello, mescolando i manifestanti ed alla fine le testimonianze degli stranieri, nell'improvvisato comizio nella piazza satellite, sono diventate parte di tutti noi.
Il dovere della politica da oggi in poi è di non lasciarli più soli.
Jasmine La Morgia

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