giovedì 16 dicembre 2010

Il megafono/ 6: forza ragazzi!

di Bruno Apolloni
Ragazzi, dateci dentro! Lo so. Può sembrare ridicolo che un ultrasessantenne si espima così, e comunque dica queste cose. Eppure mi sono sempre chiesto fino a che punto avrebbe retto la pazienza o l'indifferenza di una generazione che si vede sistematicamente privata di tutto, dal diritto al lavoro alla prospettiva di farsi una famiglia, dal diritto alla verità alla dignità del proprio essere, da una classe dirigente che li orienti e li rassicuri fino alla più elementare logica con la quale produrre discorsi sensati. Però qualcosa forse sta cambiando. Lungi da me qualsiasi incitazione, sia pure camuffata, alla violenza. La violenza, come quella che è andata in scena a Roma, va sempre condannata.

Certo che l'idea che, mentre centinaia di migliaia di ragazzi manifestavano contro l'ennesima riduzione dei loro spazi vitali attraverso la preclusione all'accesso all'università, le loro altezze reali andavano graziosamente a sollazzarsi al Teatro alla Scala in pompa magna deve essere stata vissuta proprio come una provocazione. Forse lo spaghetto che si sono presi, per fortuna senza nessun danno fisico (ed è l'unico motivo perché mi azzardo a citarlo) li indurrà a distrarsi per un attimo dalla loro esistenza dorata per guardare ai problemi incalzanti dei loro adorati sudditi. E poi le agitazioni degli studenti in Francia il mese scorso contro la riforma delle pensioni (tutto sommato, giovani molto ottimisti). Entambe mi sembrano in sintonia con le tenaci proteste dei nostri studenti universitari e medi. Nessuno ci avrebbe scommesso un mese fa che non avrebbero mollato nemmeno dopo il passaggio della riforma alla camera. Anzi, stanno inventando forme di manifestazione sempre più creative e convincenti. Non me ne voglia la Gelmini. Il ministro è solo un fedele esecutore del disegno oppressivo del tutto traversale alla vecchia Europa. E oppressione è sinonimo di violenza, anche se perpetrata in giacca e cravatta. Francamente sarei entusiasta se questa ventata di rinnovamento, giocoforza sotenuta dai giovani (giovani veri, con buona pace di Renzi) potesse spazzare un regime di fatto che sistematicamente si estende dal nostro governo formato cocotte al governo stile bell'epoque di oltralpe fino a quello infantilemente destrorso di oltre Manica. E' vero, non sta bene parlare per aggettivi, sostanzialmente è inutile. E' che sono un po' nervoso. Non ce la faccio più ad assistere allo scempio volgare e truculento della nostra classe di governo.Passi per le mignotte , la corruzione, il delirio di parole senza senso che impazza. Ma se a pagarla sono i nostri figli, proprio non mi va giù. Un tempo, in periodo di crisi mi affidavo a San Gennaro. Vurria mai che si sia reincarnato nei nostri giovani!

1 commento:

bruno apolloni ha detto...

Devo dire che la frase riferita ai tafferugli di Roma è una cortese aggiunta della redazione.
Non che me ne dissoci. Dichiaro solo la mia impotenza a proporre una frase in positivo. Un consiglio su come, INVECE, dovrebbero fare. E questo per il semplice motivo che io ho un lavoro, una casa, dei figli. E dunque non mi sento proprio in grado di suggerire forme convincenti di lotta a che non la minima speranza di un lavoro, una casa e dei figli. Insomma, la doverosa e liturgica condanna della violenza sulla mia bocca temo che suonerebbe come il vecchio "adelante con juicio" di don Pedro, o semplicemente: fate casino ma non pestate la mia aiuola. Allora possiamo fare lo sforzo di cercare di capire, oltre che condannare? Lo so, è un discorso delicato e pericoloso, ma cerchiamo di portarlo in fondo. Chiudersi gli occhi non serve a nessuno.

Ancora, Bruno Apolloni