giovedì 6 dicembre 2012

Primarie, la festa della partecipazione. Ed è solo l'inizio

di Raffaele Di Bello
La Libertà è partecipazione. Così cantava il Giorgio Gaber nel 1972. Una delle più importanti forme di manifestazione della Libertà è il diritto di voto. Votare è partecipare. Partecipazione è Libertà. La politica è partecipazione. Il Partito Democratico ha fin dalla sua nascita fatto suo questo principio ed in questi suoi primi anni di vita ha costruito un percorso di partecipazione e di avvicinamento dei cittadini alla politica.

Le ultime primarie svoltesi per la scelta del candidato premier del centro-sinistra sono state una grande prova di coraggio democratico e grazie ai 3.000000 di cittadini che hanno espresso il loro voto sono diventate una vera grande festa democratica. Poter scegliere è quello che è sempre mancato agli italiani in questi anni di berlusconismo. La destra ha abusato della parola Libertà al punto da distorcerne il significato. La Libertà di cui parlavano era quella di Berlusconi. A lui e solo a lui era concesso tutto.
Il Partito Democratico è nato per combattere questa idea e rimettere al centro l’interesse pubblico e le persone. È una battaglia dura e difficile, resa ancora più ostica dalla crisi economica mondiale e dalle mancanze del Governo Berlusconi. Per questo, il Partito Democratico ha scelto fin dall’inizio di combatterlo con l’arma della serietà. Solo dicendo la verità agli italiani, solo presentandosi con proposte serie anche se a volte impopolari si può ripartire. Il solo fatto di avere la parola “Partito” nel nome in un momento in cui le forze politiche rifuggivano tale espressione scegliendo termini populistici come Popolo, Movimento, Unione etc… è il modo più evidente della volontà di presentarci in maniera chiara agli italiani chiamando le cose con il proprio nome. Solo attraverso i partiti la democrazia può esistere ed il popolo può governare. Il dittatore quando prende il potere per prima cosa sopprime i partiti.
Queste primarie non possono essere e non sono un punto di arrivo ma sono un'altra mattonella sulla strada della partecipazione e del poter scegliere, elementi fondanti del PD. Pertanto, ove non si riesca a cambiare il famigerato porcellum, voluto e attualmente difeso in Parlamento dal centro-destra, la scelta dei parlamentari del PD dovrà spettare nuovamente ai cittadini.
Come ha ribadito Pierluigi Bersani, la sera in cui è stato designato candidato premier del centro-sinistra “un grande partito riformatore non può e non deve avere paura del popolo”.
In bocca al lupo Pierluigi e a tutti voi che avete votato un arrivederci in una delle prossime code che ci aspettano

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