venerdì 22 giugno 2012

Il Comune salvaguarda un diritto negato dallo Stato

L'intervento di Agnese Rebaglio in Consiglio Comunale sulla proposta di Servizio Educativo Integrato per gli "esuberi" nella scuola dell'infanzia.

Vorrei iniziare dal ribadire, non solo da consigliere ma anche in qualità di genitore e docente, il ruolo determinante svolto da tutti gli ordini scolastici, e non solo da quelli obbligatori nel nostro Paese, nel sostenere una crescita individuale e collettiva equilibrata e positiva. Ruolo che sembra universalmente riconosciuto, almeno a livello europeo: tra i principali obiettivi di Europa 2020 il tema dell’istruzione è uno dei temi prioritari. In particolare, la Commissione Educazione e cura prima infanzia (Consiglio Unione Europea, 2011) riconosce che l’elevata qualità dell’educazione e della cura della prima infanzia (ECEC, early childhood education and care) fornisce benefici a lungo termine per l’individuo e per la società intera: favorisce l’apprendimento linguistico, l’integrazione sociale, lo sviluppo personale, la riduzione dell’abbandono scolastico precoce e molto altro ancora. A queste considerazioni aggiungiamo che lo sviluppo della cura e dell’educazione della prima infanzia sono indispensabili per un sostegno alla conciliazione, questione determinante nel contesto del lavoro contemporaneo.



A fronte degli obiettivi europei corrisponde, paradossalmente, nel nostro Paese, una strategia che sembra muoversi nella direzione opposta. La legge 133 del 2008 ha imposto una riduzione della spesa per l’istruzione di circa 8 miliardi di euro in 3 anni e un taglio indiscriminato di 130 mila lavoratori (tra docenti e personale tecnico amministrativo). Anche nell’anno scolastico in corso, 2011-12, abbiamo assistito a un taglio di 19.700 docenti e di 14.500 personale ATA. In queste condizioni sono stati ridotti i posti in organico anche nella Scuola dell’infanzia, generando la diffusione di liste d’attesa. E’ evidente l’operazione avviata di smantellamento della Scuola, che in altri paesi europei è valorizzata come settore strategico di sviluppo, a tutti i suoi livelli.

Nonostante questo contesto paradossale, mi piacerebbe parlare del tema del diritto: quello che auspico, quello che sogno, per il nostro Paese, è la trasformazione da una domanda, che per ora è individuale, familiare, facoltativa, quale quella della frequenza alla Scuola d’infanzia, a un diritto educativo per tutti i bambini, in linea con le indicazioni europee.


Credo che Cernusco si stia muovendo in questa direzione. Per salvaguardare e concretizzare questo diritto, l’Amministrazione locale ha da tempo svolto tutto quanto era nelle sue competenze: la predisposizione degli spazi e delle aule, un cospicuo investimento nel piano di diritto allo studio. Per salvaguardare questo diritto l’amministrazione locale si mette in gioco anche al di là delle proprie competenze, proponendo l’attivazione di un servizio – il Sevizio Educativo Integrato - che copre e supplisce a una grave latitanza delle istituzioni competenti (il Provveditorato, l’Ufficio Scolastico Provinciale, il Ministero infine) e garantisce a tutti i bambini di Cernusco l’accoglienza in una Scuola d’infanzia. 


Le modalità operative del Servizio Educativo Integrato qui portate in delibera sono studiate per essere sostenibili nel tempo, e tutelare lo stesso diritto per i bambini degli anni a venire. Sono modalità che prevedono una compartecipazione delle famiglie, commisurata al loro reddito, al sostentamento del servizio stesso. Una compartecipazione che non può essere elusa, stante il bilancio attuale dell’Ente comunale sottoposto a vincoli e ai tagli illustrati anche questa sera. 


La Commissione Educazione e Cultura ha lungamente discusso sulla delibera, che richiede necessariamente sforzi da parte di tutti. Siamo consapevoli che sono richiesti sforzi e impegni a molti: all’Amministrazione, in primo luogo, nel trovare risorse utili per la garanzia dell’attivazione del servizio ma anche nel promuovere azioni di protesta, insieme a tutti i cittadini, contro gli enti competenti, primi responsabili della situazione creatasi; ai Consigli di circolo, con i quali auspichiamo di attivare una collaborazione sulla disposizione di criteri concordati nella selezione d’accesso; alle famiglie perché compartecipino al servizio che stiamo costruendo. Un servizio che, ribadiamo, tutela, a fronte di discriminazioni di cui il Comune non è responsabile, il diritto di cura e educazione per tutti i bambini di Cernusco. 


Agnese Rebaglio

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