giovedì 31 luglio 2014

Atto di indirizzo sul Carosello, le ragioni di una scelta

In questi giorni è capitato di interloquire sui social network con molti cittadini contrari al nostro atto di indirizzo sull'accordo che potrebbe portare a un ampliamento del Centro Commerciale Carosello. Riportiamo qui una sintesi dei nostri interventi, per dare uno strumento di comprensione in più dell'intera vicenda anche a chi non segue i dibattiti sui social


Prima precisazione utile: nel Consiglio Comunale non si è votato per l'ampliamento ma solo un atto di indirizzo che apre il percorso formale dell'accordo di programma, che poi dovrà essere ratificato dal Consiglio Comunale.

In merito a presunti conflitti con il programma elettorale, nel corso della seduta hanno già risposto ampiamente sia l'assessore Giordano Marchetti e il sindaco Eugenio Comincini. Rimandiamo a quegli interventi per le risposte nel merito. In ogni caso: la differenza tra ampliamento di un centro che ha sede in un altro comune e l'insediamento nel nostro Comune di un centro commerciale (su questo stiamo rispettando in pieno il programma) c'è eccome ed è talmente evidente che non è nemmeno il caso di discutere.


Quanto poi al fatto che la "collettività" la pensi diversamente da quanto hanno votato i suoi rappresentanti in Consiglio (che sono lì perché eletti da tale collettivitità), nessuno ci ha ancora dimostrato che è così. La quindicina di persone decide per 32mila abitanti perché LI rappresenta. Sinché vivremo in una democrazia rappresentativa e non nell'era delle decisioni via facebook funziona così. Adesso si tratta, tutti, di seguire il percorso e di dare il proprio contributo nelle sedi deputate. Oppure di continuare ad alzare polveroni... C'è un problema di fondo, cioè il problema di come si intende la democrazia rappresentativa. Noi la intendiamo così: chi ha un mandato elettorale per governare si deve assumere la responsabilità di farlo, compiendo anche scelte difficili. Il referendum ha poco senso in generale, ma tanto più adesso, dove ancora non sono stati definiti i termini dell'accordo. Su cosa si dovrebbe fare il referendum? Sul solo fatto di sedersi a un tavolo a discutere con la proprietà? Non sarebbe uno spreco di denaro pubblico? Secondo noi sì. Noi intendiamo la partecipazione come un percorso in cui creare occasioni di confronto e di dibattito, in cui gli stakeholders abbiano la possibilità di conoscere tutti i termini in trasparenza. Così abbiamo sempre fatto e così faremo. Abbiamo fatto scelte in passato, anche difficili e su cui si diceva che "i cittadini ci avrebbero punito". Un esempio? La vendita delle farmacie, che invece è stato un atto amministrativo responsabile e che i cittadini hanno mostrato di apprezzare.

Nessuno di noi, dai consiglieri agli iscritti, ha vissuto questo momento come una passeggiata. Ma siamo persone responsabili, chiamate a governare e non a fare battaglie ideologiche. Siccome sappiamo che il progetto di ampliamento andrà avanti con o senza il nostro consenso, abbiamo deciso di sederci a un tavolo e non lasciare ad altri (come è accaduto in passato) il pallino delle decisioni, così da ottenere i massimi vantaggi per la comunità cernuschese. A chi dice che prendiamo decisioni nel chiuso delle segrete stanze rispondiamo di partecipare ai nostri incontri: ne abbiamo fatto uno il 9 luglio, ne faremo altri durante il percorso dell'accordo di programma.

Non accettiamo di essere giudicati solo sulla base di questa operazione (ancora sulla carta, peraltro), ma per il complesso delle nostre scelte di politica territoriale e ambientale, sempre coraggiose e coerenti, all'avanguardia nell'area. Abbiamo discusso e portato avanti una posizione politica, da cittadini impegnati in politica, condivisibile o no, ma frutto di una scelta politica e non di chi sa quali biechi accordi sottobanco. I nostri valori non si possono giudicare da un singolo provvedimento, ma dal complesso delle politiche messe in campo in questi 7 anni, dai risultati e dalle manchevolezze. Si può discutere sul merito della scelta: l'abbiamo fatto in queste settimane, l'abbiamo fatto in Consiglio Comunale e continueremo a farlo in tutti i mesi a venire. Noi abbiamo fatto la nostra prima valutazione: a certe condizioni, espresse nell'atto di indirizzo, siamo disposti a sederci al tavolo dell'accordo di programma per tutte le ragioni già ampiamente ricordate. Non ci spaventa il dialogo, anzi lo abbracciamo e lo chiediamo, l'abbiamo chiesto. Certo, non sarebbe se si potessero in alcuni casi sincronizzare i toni con la consapevolezza che dall'altra parte non ci sta Lucifero, ma delle semplici persone a disposizione della propria comunità, sarebbe forse più facile capirsi.

 I vessilli che inalberano i nostri avversari sono decisamente fragili, come quello di chi sino a qualche mese fa proponeva una strada in trincea nel cannocchiale di villa Alari e oggi grida al salvataggio del Parco degli Aironi (che nessuno, nemmeno il Carosello, vuole distruggere...).

A chi parla di cementificazione facciamo presente che tutte le nuove edificazioni che vede in giro, salvo qualche piccolissima eccezione (per es una nuova scuola paritaria per liberare spazio in quella statale, la sede di un’importante comunità con obiettivi sociali e un nuovo asilo nido), sono residui dei piani regolatori lasciatici in eredità dalle amministrazioni precedenti. Il nostro Piano di Governo del Territorio ha addirittura ridotto i volumi già approvati in precedenza. Un esempio? Nell’area tra le vie Vespucci e Monza che il PRG del 2002 prevedeva come residenziale con 80.000 metri cubi (circa 300 nuovi appartamenti, più i sottotetti…); il nuovo PGT, dovendo mantenere l’edificabilità dell’area (certi interventi non sono reversibili, purtroppo), ha ridotto a 55.000 metri cubi il potenziale edificatorio, vietando gli interventi con sottotetti e riducendo il perimetro dell’intervento, allontanando il confine del comparto edificato dal filare di tigli di via Vespucci di circa 50 metri. Cernusco è verde grazie alle scelte urbanistiche operate nel passato da più amministrazioni. Lo è anche grazia alla nostra amministrazione, che con un PGT che ha fatto scuola nel 2010 ha ridotto del 40% il consumo di suolo e le edificazioni previste dai residui del PRG precedente, del 2002, senza andare ad inserire alcuna nuova area di espansione. Sempre la nostra Amministrazione mattonara, primi in Lombardia, ha inserito nel PGT la compensazione ambientale preventiva: per ogni metro quadrato realizzato sulle aree già rese edificabili dal prendente PRG (e da noi “alleggerite” di volumi) gli operatori devono cedere 4 metri quadrati di aree verdi in ambiti verdi definiti dall’Amministrazione nel PGT stesso. Sempre noi cementificatori abbiamo messo a disposizione degli agricoltori 600 mila metri quadrati di aree verdi pubbliche perche venga implementata l’agricoltura. Queste credenziali non le può vantare nessuna media città della provincia.

 Quest sono solo esempi, basato su dati e numeri. E non su generiche percezioni. Il Parco degli Aironi (che anche nel caso si facesse l'intervento non verrà affatto distrutto, ma anzi, auspicabilmente, migliorato e reso maggiormente fruibiile) non è un Parco, nel senso che è semplicemente un'area verde, non soggetta ad alcun vincolo speciale, come accade per es con le aree del Parco delle Cave, cui questa amministrazione ha conferito ben 2,2 milioni di metri quadri di verde (2,2 milioni contro 5mila previsti dall'eventuale intervento, capisce le proporzioni) portando a 3 milioni di metri quadri le aree che NON potranno mai più essere toccate da alcun tipo di edificazione in quella fascia. 5mila metri quadrati di intervento su un'area verde che è grande 80mila quadrati (quindi dove starebbe la distruzione?), contro i 3 milioni di metri quadrati che abbiamo conferito al Parco delle Cave.

Qualcuno ricorda la nostra opposizione a un piano commerciale di una decina di anni fa e in qualche modo ci dà degli incoerenti: ci si oppose all’adozione di un Programma Integrato di Intervento nella nostra città che prevedeva la realizzazione di un nuovo centro commerciale sulle aree verdi (tutte) esattamente di fronte al parco degli Aironi, lungo la provinciale 121 (via Verdi). 94.256 metri cubi di edifici a torre con destinazione commerciale, espositiva, direzionale; un piano adottato (adottato!) dal Consiglio comunale il 22 luglio 2004 (altro che atti di indirizzo…) dopo due anni di gestazione. Altra storia che si sente tirar fuori a sproposito: il Decathlon riguarda Brugherio ed è morta definitivamente nel 2012 dopo 8 anni di gestazione e due Amministrazioni comunali che se ne sono occupate. Ma è bene ricordare anche quella operazione: si trattava di realizzare la nuova sede di Decathlon Italia e un ampio punto vendita del marchio francese (oltre ad un parco sportivo pubblico nel quale potevano essere utilizzate le attrezzature in vendita nel megastore) su un area di 150.000 mila quadrati.
Sono paragonabili i due interventi con i 5.000 metri quadrati eventualmente in gioco a Cernusco?


Ascolteremo il parere di tutti i cittadini, che quindi invitiamo a partecipare nelle prossime occasioni in cui organizzeremo gli incontri aperti alla cittadinanza, perché è troppo comodo dire che prendiamo le decisioni tra di noi e poi però stare a casa quando ci sono le possiibilità di far sentire la propria voce.

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