venerdì 10 febbraio 2017

L'etica della responsabilità e l'etica dei principi


di Daniele Mandrini, segretario del Circolo di Cernusco sul Naviglio

“Chi fa politica secondo l'etica dei principi, segue le sue idee e tiene conto soltanto di quelle - in pratica si sottrae a un vero e proprio atto politico; chi fa politica secondo l'etica della responsabilità, si pone ogni volta il problema di ciò che accadrà in seguito a una sua decisione - in pratica mette in atto un'azione politica”.

È una frase in un libro di Francesco Piccolo, “Il desiderio di essere come tutti” che sta circolando tra noi del Pd di Cernusco in questi giorni perché fotografa perfettamente quanto accaduto nella politica locale.

Rivendichiamo con orgoglio di aver fatto politica seguendo l’etica della responsabilità, dicendo sì all’atto di indirizzo sulla proposta di ampliamento del Carosello, proprio perché abbiamo soppesato, sin dall’inizio, il problema di ciò che accadrà in seguito: abbiamo cioè ritenuto che aprire la discussione sull’ampliamento avesse maggiori vantaggi che svantaggi per la città.

Sinistra x Cernusco ha - legittimamente - cambiato idea. Nel 2014 aveva votato a favore, pur con tutti i giusti distinguo, al provvedimento. A due anni e mezzo di distanza, con le elezioni alle porte, ha cambiato radicalmente la sua posizione. Su un provvedimento praticamente identico e i cui contenuti - sommari, perché si tratta solo di una proposta preliminare - erano noti allora come oggi.

La spiegazione di questo voltafaccia è tutta politica ed è legata a una scelta di “politica dei principi” che bada al consenso più che alla concretezza dell’azione di governo. Un no di principio a un percorso - quello dell’accordo di programma - che è ancora tutto da costruire e il cui esito nessuno conosce.
La spiegazione sta nella volontà di recuperare un consenso all’interno del proprio elettorato che evidentemente rischiava di erodersi.

Quindi suonano paradossali le accuse che ora Sinistra x Cernusco fa a noi del Pd e a Vivere Cernusco di aver fatto prevalere logiche di partito, quando sono proprio loro ad aver fatto una scelta dei cui effetti erano perfettamente consapevoli.

Abbiamo fatto numerose riunioni di maggioranza su questo tema, cercando fino all’ultimo di trovare una sintesi. All’ultima di queste riunioni, peraltro, Sinistra x Cernusco non si è nemmeno presentata: chi è che ha voluto la rottura?
Lascia veramente allibiti il passaggio del comunicato di Sinistra x Cernusco in cui si insinua “il dubbio che la scelta di portare nuovamente in Consiglio un atto non dovuto, pur consapevoli del dissenso di Sinistra per Cernusco, sia stata voluta da PD e Vivere Cernusco per estromettere dalla maggioranza di governo e dalla futura coalizione qualsiasi forma di pensiero critico o anche solo di dubbio”.
Se così fosse non avremmo fatto, sino all’ultimo, con il sindaco in prima linea, tutti i tentativi per trovare una sintesi, esattamente come nel 2014.

Invece che gridare al complotto e alla “cattiva politica” Sinistra x Cernusco dovrebbe avere l’onestà intellettuale di dire con chiarezza che rispetto al 2014 ha cambiato idea, che ha deciso di votare in dissenso rispetto alla maggioranza su un provvedimento delicatissimo e che avrà influenza sulla politica futura, di fatto archiviando un metodo condiviso che nei passati 9 anni non era mai stato disatteso.
Anche per il Partito Democratico una spaccatura in questo momento è un fatto doloroso. Ma non si confondano i piani: non è in discussione il lavoro di Rita Zecchini, che è stato un ottimo membro della squadra di Governo della città. Quella del sindaco Comincini è una scelta politica: non ci sono più le condizioni per continuare la strada insieme, le condizioni politiche appunto. Stavamo camminando insieme, con fatica. Qualcuno si è fermato e ha preso un’altra strada. E ora prova a dire che è stato spinto via.

Per quanto ci riguarda il cammino continua, con il lavoro amministrativo di questi ultimi mesi e con il percorso delle primarie. Che per il Partito Democratico vedrà in campo due esponenti di punta come Ermanno Zacchetti e Maurizio Rosci.
Guardiamo al futuro, con fiducia. E di questa vicenda non parleremo più.



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