lunedì 2 luglio 2012

Bando farmacie: tuteliamo e trasformiamo il valore pubblico

L'intervento in Consiglio Comunale di Daniele Pozzi sulle modifiche al bando di vendita delle farmacie.

Premetto che personalmente qualsiasi provvedimento legislativo volto a creare maggiore concorrenza e conseguenti ribassi dei prezzi al consumatore mi trova sempre d’accordo. In questo caso, dovendoci porre dalla parte di chi deve conservare il valore, ad oggi pubblico, di un’attività commerciale, c’è quasi da esser contenti che il pacchetto di liberalizzazioni sulle licenze delle farmacie, uno dei primi provvedimenti dell’attuale governo, sia stato più timido del previsto, andando a ridefinire al ribasso il numero di abitanti per farmacia senza una liberalizzazione completa. Anche perché se oggi siamo qui a ridefinire i parametri del bando di cessione, sul cui merito questo consiglio si era già pronunciato ampiamente favorevole pochi mesi fa, la causa è anche la “sfortunata” coincidenza con il provvedimento del Governo che ha fatto calare, in media, il valore commerciale di una farmacia. 

Andiamo così a proporre una diminuzione del 10% della base d’asta, che non ci garantisce certo il buon esito del bando. Ci garantisce però che stiamo valutando questa operazione da bravi amministratori che si pongono un obiettivo ben preciso: la tutela del valore del patrimonio pubblico.

È indubbio, infatti, che politicamente è stata fatta una scelta molto chiara, a favore di Cernusco Verde per le funzioni strategiche che ha (rifiuti, verde pubblico, energie rinnovabili) e alla luce del limite di una sola società partecipata che il nostro comune dovrà rispettare entro dicembre 2013. Scelta che ribadiamo oggi con forza e senza ripensamenti. 

È indubbio che il valore “sociale” di una farmacia comunale è diminuito sempre più nel corso degli anni e oggi è un dato di fatto che il cittadino cernuschese medio non sappia distinguere tra una farmacia comunale e una privata (in alcuni casi non ne conosce neanche l’esistenza).

È indubbio che i risultati operativi della Farmacer non la rendono un asset strategico neanche dal punto di vista economico per il comune, nonostante al momento dell’insediamento della precedente amministrazione Comincini i bilanci di Farmacer fossero considerevolmente in rosso, mentre da 3-4 si è quantomento raggiunto il pareggio (con questo non voglio far scappare i potenziali acquirenti, anche la perizia evidenzia che con una visione più commerciale la redditività arriv).

Non è mai facile però decidere di dismettere quello che, appunto, è patrimonio di tutti i cittadini di Cernusco. Non si tratta qui infatti di vendere i gioielli di famiglia, ma, prendendo come un dato di fatto il valore di queste attività che sono hic et nunc presenti nel patrimonio della città, si tratta di capire come conservare tale valore e trasformarlo in altre forme di pubblica utilità.

Già da tempo abbiamo individuato questa destinazione nel finanziamento del nuovo polo scolastico a nord-est della città, resosi necessario dai recenti sviluppi demografici. Non vendiamo quindi per fare cassa: trasformiamo valore in altro valore, probabilmente (anzi, sicuramente) più elevato del precedente dal punto di vista sociale e del capitale umano. Ribassiamo quindi la base d’asta, modulando anche la modalità di pagamento in modo più vantaggioso per l’eventuale operatore interessato, ma non facciamo i saldi. Non facciamo cassa, ma reinvestiamo su un elemento che al di là delle polemiche recenti riteniamo cruciale per il futuro della nostra comunità: l’istruzione dei più piccoli.

Un pensiero va per forza ai lavoratori che hanno pacificamente protestato in consiglio: è chiaro che la sensazione di vedere a rischio il proprio posto di lavoro è alquanto spiacevole, per usare un eufemismo. Cercate però di guardare il quadro complessivo e di avere fiducia nell’altra faccia della medaglia “liberalizzazioni”: l’aumento del numero delle farmacie e quindi anche l’incremento della domanda di lavoratori qualificati e meno nel settore.

Daniele Pozzi

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