mercoledì 14 gennaio 2015

Comuni, l'Unione fa la forza (e fa risparmiare)

Tra poco tempo un gruppo di Comuni della Martesana unirà le forze per gestire i servizi sociali, con l'obiettivo di migliorare i servizi al cittadino e ottenere risparmi per le casse pubbliche


Tutto è pronto per una grande innovazione amministrativa: l'Unione dei Comuni. Di che cosa si tratta? Si tratta di un nuovo Ente che gestirà i Servizi Sociali oggi in capo ai Comuni di Bussero, Carugate, Cernusco sul Naviglio, Cambiago, Bellinzago Lombardo, Gessate, Gorgonzola e Pessano con Bornago. Gli organi dell’Unione saranno il Presidente, la Giunta e il Consiglio. Tali ruoli saranno ricoperti da amministratori già in carica nei Comuni aderenti e senza che per questo ricevano retribuzioni, gettoni ed indennità. I risparmi, invece, saranno dati dalla gestione unica del servizio rispetto alla gestione singola in ognuno dei Comuni aderenti.



"Quello dell’Unione dei Comuni è una sfida grande e complicata che cambia radicalmente la logica con cui si andranno a pensare le politiche del nostro territorio", spiega Silvia Ghezzi, assessore alle Politiche sociali del Comune di Cernusco sul Naviglio. "È una sfida soprattutto politica: noi amministratori saremo chiamati a ragionare insieme e creare strategie per un territorio più grande, quello del distretto (il distretto ASL nr 4 in questo caso) e non più soltanto per i nostri singoli comuni".

L’obiettivo sarà quello di ottimizzare e migliorare i servizi producendo benefici per i cittadini e risparmi, in termini economici, per le casse pubbliche

"I cittadini del nostro territorio sono già più avanti di noi perché si muovono già da un comune all’altro per usufruire dei servizi:  giovani che frequentano i centri di aggregazione giovanile, bambini per gli asilo nido, persone con disabilità che si recano nei centri diurni usufruendo del servizio trasporti sociali, progetti di inserimento lavorativo che necessariamente intercettano aziende dislocate sul un territorio più ampio di quello dei singoli comuni,  strutture residenziali che ospitano utenti anziani o disabili di altri comuni. Ad oggi l’offerta di servizi, se pur molto simili tra di loro, ha in sé delle difformità sul tema dei criteri di accesso, tariffe, regolamenti che possono generare delle disuguaglianze per i nostri utenti.
La sfida è grande e complessa proprio perché l’obiettivo che ci poniamo è quello di andare, nel giro di qualche anno, verso una uniformità di offerta dei servizi pur mantenendo le peculiarità dei singoli territori e garantendo uno standard qualitativo di base che sia almeno uguale o più alto di quello attuale.
Come si fa? Innanzitutto accettando di condividere con gli altri uscendo da logiche campanilistiche. Poi si porta avanti un serrato lavoro dal punto di vista tecnico che vada a confrontare i servizi esistenti e proponga  soluzioni che prendano il meglio di ciò che già c’è nei vari comuni : una sorta di somma algebrica positiva. Il tutto a parità di spesa o cercando di risparmiare dalle sinergie e dall’efficientamento dei processi.
Cosa vedranno i cittadini? I cittadini continueranno a rivolgersi ai presidi dei propri comuni, quindi non si perderà il contatto diretto tra cittadino e amministrazione. Anzi , anche questo aspetto di presa in carico e di primo accesso sarà curato e strutturato ancora di più di come è adesso.
Perché si parte dai Servizi Sociali? Perché su questo settore è già in essere da anni una metodologia condivisa e associata su molti servizi che passa dai Piani di Zona istituiti con la legge 328/2000 e quindi gli amministratori e i tecnici sono già abituati al confronto e a lavorare insieme".

Nessun commento: