Simone Dossi, 27 anni, sino a febbraio consigliere comunale del Partito democratico, si è trasferito in Cina per motivi di ricerca, per il suo dottorato in Scienza politica. Da Pechino ci manderà le sue riflessioni per il nostro Blog. La politica e l'Italia, viste da lontano. Ecco la prima puntata
L’Italia è vicina? Gli italiani, visti da Pechino
da Pechino, Simone Dossi
Si discute da decenni se la Cina sia effettivamente vicina. Ma, capovolgendo la prospettiva, per i cinesi l’Italia è vicina? Ovvero, quanto sanno i cinesi dell’Italia e che cosa ne pensano? Una cosa è certa: girando per Pechino in questi giorni di timida primavera noto quanto siano diffusi felpe, magliette e cappellini con la scritta ITALIA. E non solo, mi capita anche di imbattermi in MILANO, ROMA, NAPOLI, persino PIEMONTE, per non parlare poi delle magliette delle squadre di calcio italiane.
Le idee e le curiosità dei cinesi nei confronti dell’Italia emergono ogni volta che mi presento come yìdàlìrén, italiano appunto. La prima reazione è, generalmente, un sorriso compiaciuto: accompagnato da qualche riferimento alla lunga storia dell’Italia, che viene considerato elemento di somiglianza, quasi di familiarità, tra Italia e Cina. Poi segue immancabilmente l’osservazione che l’Italia è a forma di stivale: immagino che sia scritto sui libri di scuola, altrimenti non riuscirei a spiegarmi come mai tutti, dal tassista allo studente universitario alla cameriera del ristorante, facciano questa osservazione. Infine, ed esclusivamente con gli uomini, si passa a insistenti e circostanziate domande sul campionato di serie A: domande su cui io cerco di glissare, data la mia nota ignoranza in materia. Diversi amici, studenti universitari, seguono assiduamente il calcio italiano, attraverso siti cinesi che trasmettono le partite di serie A (siti oscurati in Italia, ovviamente).
Se poi si passa dal costume alla politica, non è infrequente che persino in Cina mi senta rivolgere osservazioni divertite sulla situazione italiana. Quelle classiche frasi allusive, “Come va con Berlusconi?”, accompagnate dall’inconfondibile sorriso sfottitorio, cui ormai ogni italiano all’estero è abituato. Il fenomeno Berlusconi, come ovunque, è visto qui con gusto e divertimento: una specie di commedia a puntate cui di tanto in tanto i giornali dedicano un articoletto. Ricordo, a riguardo, i commenti di un amico cinese a proposito dello scandalo sulle notti allegre a Villa Certosa e la successiva separazione tra Berlusconi e signora. Una vicenda tanto incomprensibile quanto ridicola per la mentalità confuciana.
Insomma, che dire, l’Italia è vicina? Certo nei nostri confronti c’è interesse, così come la convinzione che, all’interno del Xīfāng (l’Occidente), l’Europa e l’Italia rappresentino qualcosa di diverso dagli Stati Uniti, in un certo senso qualcosa di più vicino e di più amico alla Cina. E c’è molto interesse anche a capire come la Cina e i cinesi siano visti da noi italiani. Ma, quando si scende su questo terreno, mi limito a qualche frase di circostanza: mi manca il coraggio di raccontare dei pregiudizi così diffusi tra gli italiani nei confronti dei cinesi presenti nel nostro paese, così come degli immigrati in generale.
Condividi
1 commento:
Simone, grazie di queste tue prime impressioni e contributi: molto interessanti. Io sono stato in Cina un anno fa (per turismo) e appena tornato avevo scritto questi appunti: http://newfablog.blogspot.com/2009/01/la-cina-non-e-poi-cosi-vicina.html
i cinesi mi sono sembrati un popolo fiero del proprio passato e della propria cultura, ma nel contempo assolutamente pronto a fare propria qualsiasi moda o abitudine venga dall'estero ... mah, valli a capire.
Comunque ti seguiro' con interesse, in attesa di news
Ciao
Fabio
Posta un commento