Grazie Presidente,
buonasera a tutte e a tutti,
inizio il mio intervento complimentandomi con l’assessore
Vanni per il suo ingresso al consiglio nazionale della Fidal. Le auguro di
cuore che riesca anche a realizzare il sogno che ha dichiarato sulla stampa di poter
ottenere un posto dirigenziale alle Olimpiadi.
Venendo a noi… è stato un anno difficile. Come cittadina, e
a nome dei cittadini che rappresento, mi sento oggi di far pervenire a Lei
signor Sindaco, alla giunta e a tutti i dipendenti comunali il nostro più
sentito ringraziamento per il lavoro svolto quest’anno, perché nonostante le
grosse difficoltà che tutti abbiamo vissuto, la presenza del Comune si è sentita
ed è stata importante.
Oggi discutiamo il bilancio, che è lo strumento principale
di programmazione dell’attività di una qualsiasi organizzazione. Purtroppo,
questa volta la programmazione - lo sappiamo - è stata abbastanza limitata per
via delle difficoltà legate all’incertezza. Gli interventi deliberati – pur
limitati rispetto al passato – sono comunque importanti e confermano i nostri
valori.
Innanzitutto, confermiamo l’attenzione per la scuola, con lo stanziamento di 390 mila
euro di investimenti e di 350 mila euro di spesa corrente.
Confermiamo l’attenzione alla disabilità: la riduzione degli orari del centro diurno nei
mesi scorsi ha impattato enormemente sulla possibilità dei frequentatori del centro
di mettersi in gioco fuori dal loro contesto famigliare e ha limitato la
possibilità di continuare il proprio percorso verso una maggiore l’autonomia.
Lo stanziamento di 100 mila euro, possibile grazie al fondo per l’emergenza, utilizzato
per l’ampliamento dell’orario rappresenta una risposta importante, anche per
garantire un sollievo alle famiglie.
Confermiamo l’attenzione anche nei confronti degli anziani e dei caregiver, portando avanti un
importante progetto di ricerca, in collaborazione con l’Università Cattolica,
per mapparne i bisogni e definire una programmazione su misura.
Su questa tematica, ci tengo a ringraziare i cittadini di
Cernusco, che hanno contribuito a raccogliere 5.000 firme che sono state
consegnate lo scorso mese di Novembre alla Regione Lombardia a sostegno di una
legge popolare promossa da vari enti del Terzo Settore per il riconoscimento e
il sostegno proprio della figura del caregiver famigliare. Ora attediamo la
Regione.
Per quanto riguarda la salute
mentale, tematica particolarmente importante anche e soprattutto
durante la pandemia, abbiamo individuato come amministrazione un appartamento
di proprietà comunale che verrà utilizzato per progetti da realizzare con le
associazioni che sul territorio si occupano di disagio psichico.
Sono tutti interventi molto importanti anche se è ovvio che non
sono sufficienti purtroppo per rispondere a tutte le esigenze della città che
quest’anno – lo sappiamo – sono esplose.
Nonostante la difficoltà del periodo, gli interventi governativi
e quelli deliberati dalla nostra amministrazione hanno consentito di mantenere
per il momento invariate le entrate correnti che arrivano da gettito fiscale. Sappiamo però
che l’impatto della pandemia sul nostro bilancio lo vedremo principalmente quest’anno
e l’anno prossimo. In questo momento è ancora molto difficile fare previsioni perché
le informazioni continuano a cambiare e le previsioni si fanno sulla base delle
informazioni disponibili al momento. Quindi è comprensibile e anche condivisibile
la scelta di mantenere inalterate le previsioni di gettito in entrata e di
conseguenza anche i livelli di servizio garantiti, anche se è facile immaginare
che nei prossimi mesi dovremmo aggiornare i numeri di entrate correnti, riducendoli.
Prevediamo invece già una riduzione delle entrate in conto capitale, che passano da
11 milioni del 2020 a 8 stimati nel 2021.
Questa situazione rende molto chiaro un concetto importante
che conosciamo da sempre ma che generalmente forse è stato sottovalutato fino
ad ora. La crisi che stiamo vivendo, che - diversamente da altre crisi vissute
in passato - non ha origine né economica nè finanziaria, ci mette di fronte il
problema clamoroso del fatto che le risorse – tutte – sono per definizione limitate (e quindi scarse) e ci obbliga a ripensare il nostro modello di
sviluppo.
Oggi abbiamo a che fare con risorse finanziarie scarse all’interno
del nostro bilancio.
Nei mesi scorsi abbiamo testato con mano la scarsità di posti letto in ospedale, di
apparecchiature, di personale medico e infermieristico, all’interno di una
struttura sanitaria territoriale inadeguata.
L’interruzione delle catene di approvvigionamento durante il
lockdown ha evidenziato la scarsità di prodotti nei supermercati, marcando la differenza tra chi poteva comprare
la farina su amazon e chi no.
Abbiamo compreso cosa significa avere una connessione scarsa (o non averla affatto),
quando ci si può incontrare solo a distanza o si può studiare o lavorare solo
da casa.
Insomma, la pandemia ci ha chiaramente manifestato che il
nostro sistema di sviluppo basato sul consumo di risorse (che per definizione
sono scarse) amplifica le disuguaglianze e mette definitivamente fine alla teoria di Adam
Smith, secondo la quale il mercato, lasciato agire da solo, raggiunge
l’equilibrio.
D’altro canto, però, sempre nei mesi scorsi abbiamo anche riscoperto
l’importanza del coordinamento delle attività
dei singoli verso un unico obiettivo (attività
magistralmente portata avanti dal nostro Ente, e da lei in primis signor
Sindaco). Abbiamo riscoperto l’importanza del coinvolgimento dei giovani e dei
volontari, che sono riusciti ad arrivare là dove le istituzioni non riuscivano.
Abbiamo riscoperto il ruolo sociale delle imprese, che sono diventate punto di
riferimento per la comunità dei lavorati, nei momenti più drammatici. Abbiamo
riscoperto il ruolo del territorio, quando è stato chiaro che la nostra
struttura sanitaria territoriale era inadeguata. Non ci è sfuggito il ruolo e
l’importanza della solidarietà, a partire da quella fra gli Stati fino ad
arrivare a quella più vicino a noi, tra le persone. E abbiamo ben compreso che
nella comunità le risorse – che per definizione sono scarse – invece si
moltiplicano.
Un insegnamento che in realtà arriva da chi 2.000 anni fa
ha cambiato la nostra storia.
Non è quindi una questione di bandi di finanziamento che
pongo. E voglio essere chiara.
Negli indirizzi strategici - signor Sindaco – lei scrive, e la cito, “pensare di
attraversare la più grande pandemia mondiale della storia moderna rimanendo
identici a come eravamo prima è un rischio che non possiamo permetterci e
significa perdere una grande occasione. Averne consapevolezza è il primo
importante passo da compiere”.
Mai le sue parole sono state tanto importanti e
condivisibili.
Il modello di sviluppo che tutti noi, insieme, siamo
chiamati a implementare non può che prevedere il coinvolgimento del mercato,
dell’istituzione pubblica che ne regola il funzionamento e della comunità, come
tre soggetti fin da principio coinvolti nella progettazione dell’azione, non
solo economica ma anche politica. In una visione in cui i problemi, le
vulnerabilità o le difficoltà che si manifestano non sono solo dell’istituzione
pubblica, ma sono di tutti noi. Pertanto, ora
tocca a noi, tutti insieme, farcene carico, trovando una
risposta adeguata.
Se si condividono queste premesse, sono certa che si
condivide anche la necessità di fermarsi un attimo per comprendere come
massimizzare il nostro contributo verso questo nuovo modello di sviluppo,
buttando a terra gli insegnamenti appresi, per ogni azione che facciamo o
scelta che prendiamo. E forse potrebbe anche essere utile e costruttivo allargare il perimetro del dialogo e del confronto.
In realtà tante cose che abbiamo impostato anche prima della
pandemia, sono già ispirate a questa visione di sviluppo. La sfida è quella di
farla diventare regola senza alcuna eccezione.
Ci ispiriamo a questo modello ad esempio nel condominio solidale, ideato dalla
precedente amministrazione comunale e di cui sta per terminare la fase
triennale di sperimentazione: si tratta di un bell’esempio di generatività, preso
a modello a livello nazionale.
Un altro esempio è il lavoro che si sta facendo sul Dopo di noi, purtroppo rallentato per via
della pandemia, ma dove ancora una volta si porta avanti l’idea ben chiara di
rispondere alle fragilità attraverso soluzioni di comunità generative.
Oppure ancora l’esperienza del tavolo di co-progettazione di
Ceà ke si gira sulla disabilità.
E non dimentichiamo certo il “Fair play festival”, il grande evento di apertura di tutta
la programmazione di Cernusco Città Europea dello Sport, organizzato giusto un
anno fa in collaborazione con l’ASO. L’unico appunto che mi sento di suggerire
sulla Città Europea dello Sport è quello di considerare la valorizzazione
dell’inclusione e lo stimolo al volontariato non solo come un mero spin off (come
lo ha descritto lei signor Sindaco nel documento di programmazione pluriennale)
ma come obiettivo principale dell’intera programmazione del 2021, in grado di
coinvolgere in maniera trasversale tutta la società civile, nel rispetto dei
limiti imposti dalla pandemia. In modo che gli eventi che riusciremo ad
organizzare, qualora le condizioni pandemiche lo permettessero, oltre ad essere
molto belli da vivere e da comunicare, continuino ad essere capaciti di
lavorare sulla capacità rigenerativa della comunità.
Anche con riferimento alla tematica dei giovani, penso che ci si possa fermare un
attimo per riflettere sul modo in cui rendere massimo il nostro contributo. I
giovani ci hanno aiutato in maniera volontaria e straordinaria durante i mesi
del lockdown, aiutandoci ad aiutare le famiglie, i malati e gli anziani.
Possiamo creare le condizioni per rendere questa loro attività un’attività strutturata
e continuativa, consentendo loro di aiutare la città la dove c’è più bisogno
(ad esempio con i caregiver, gli anziani, i disabili, il supporto alla salute
mentale). E contemporaneamente consentendo loro di guadagnare un piccolo
compenso monetario ed acquisire esperienza vendibile nel mondo del lavoro. Sono
contenta che nelle scorse settimane sia stata pubblicata la notizia dell’apertura
del bando di servizio civile per due posizioni in biblioteca. Come noto, è un
argomento che mi sta particolarmente a cuore.
L’unico commento che mi permetto di fare è che se cambiamo
il modo di approcciarci anche nei confronti di questa tematica, rendendoci più
aderenti al modello di sviluppo che abbiamo in mente e che ho appena descritto,
sono certa che riusciremmo ad estendere l’opportunità a decine, se non a
centinaia, di giovani in città e con un po’ di creatività potremmo coinvolgere
anche il tessuto economico ed industriale del nostro territorio, determinando
un’accelerazione verso il processo di connessione delle imprese e territorio
che porta alla sostenibilità dell’intero modello di sviluppo. Contemporaneamente
moltiplicheremmo i 20 mila euro a disposizione dei giovani, nonché quelle a
disposizione dell’intera città.
Termino con una considerazione finale relativamente alla TARI, perché se non ho capito male, secondo
il nuovo regolamento di ARERA, l’incremento delle aliquote (che quest’anno non
possiamo evitare) penalizzerebbe soprattutto le famiglie numerose, soprattutto
se vivono in case piccole. Se questo fosse confermato, le chiedo di valutare
l’inserimento di correttivi affinché ciò non succeda almeno per le famiglie di
Cernusco e le chiedo inoltre di farsi portatore delle istanza delle famiglie
numerose presso la stessa ARERA in modo che sia anche l’autorità stessa a
valutare l’inserimento di correttivi. Purtroppo infatti in Italia abbiamo il
problema che le misure contro la povertà, come il reddito di cittadinanza, in
realtà non siano in gradi di raggiungere proprio le famiglie numerose.